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Politici - Inclusivo...
Si dice inclusivo o comprensivo?

 

Questa è la storia di un errore minore, quasi un non errore. E' innanzi tutto una storia di andata e ritorno: il latino " inclusivus" entrato direttamente nell'inglese ("inclusiv") e da questa lingua tornato, attraverso il marketing, a noi nel bruttissimo "inclusivo". Sarà, infatti, certamente meglio dire "comprensivo", quando possibile.

 

Già, quando possibile: inclusivo, infatti, sarà anche un brutto neologismo, ma va a riempire un piccolo vuoto nella lingua italiana, col significato "che comprende", "che include", "che accoglie al proprio interno", ecc.. Ma perché, "comprensivo" forse non lo fa? Sì e no, o quanto meno non sempre.

 

Forse la spiegazione più chiara è con un esempio (reale) tra i tanti: pensate ad un Presidente del Consiglio che invece di dire "Il mio Governo sarà inclusivo di tutti gli italiani" dica "Il mio Governo sarà comprensivo di tutti gli italiani": non è proprio la stessa cosa e, se vogliamo, anche poco chiaro. Certo, "inclusivo di tutti gli italiani" fa accapponare la pelle, non depone a favore della cultura linguistica di chi lo dice, ma rende immediatamente l'idea, anche se sarebbe meglio dire "Il mio sarà il governo di tutti gli italiani".

 

Quindi è meglio evitare inclusivo, molto brutto, anche se l'utilizzo non può essere considerato sempre un grave errore: introdurre nuovi termini per colmare lacune, anche parziali, di una lingua è un processo naturale.


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